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Il 30 ottobre si svolgerà il terzo corso di aggiornamento delle malattie professionali dei musicisti,  presso il Conservatorio di Torino indirizzato alle figure professionali mediche sanitarie ed ai professionisti in ambito musicale.

L’Associazione Onlus Bip-Bip ha organizzato nell’ambito delle attività’ formative rivolte alla prevenzione due corsi di aggiornamento sulla prevenzione delle patologie professionale dei musicisti .
Diversi studi sull’argomento hanno indicato i disturbi muscolo scheletrici (con ripercussioni anche a livello, nei casi d’interessamento della colonna vertebrale, midollare radicolare) l’ansia da prestazione e i disturbi uditivi tra le cause più comuni di disfunzioni nella pratica musicale. E’ importante ricordare anche i disturbi di respirazione negli strumentisti a fiato e nei cantanti, i disturbi della voce nei cantanti e nei direttori di coro, ecc.
D’altra parte gli artisti professionisti sono da ritenersi dei veri “atleti del palcoscenico”, che siano strumentisti, attori, ballerini o altro. Un attore che recita un monologo per tre ore consecutive non è forse un “maratoneta della voce”!? La pratica artistica e quella sportiva hanno molti punti in comune, soprattutto il fatto di ripetere migliaia di volte gesti di articolare complessità e in particolari condizioni emotive, che possono portare a sovraccarichi cronici e quindi a patologie o, comunque, ad una diminuzione delle possibilità di esprimere pienamente le proprie potenzialità.
Alla luce delle considerazioni su esposte, riteniamo che possa essere interessante il terzo corso d’aggiornamento sulla prevenzione, che fornisca adeguate basi di conoscenza delle più comuni cause di alterazioni che possono interferire con l’acquisizione di un’adeguata abilità strumentale, sia nel bambino sia nell’adulto, sia nella semplice “alfabetizzazione” musicale che nella pratica artistica di alto livello.

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L’indagine Cgil sulle condizioni degli artisti in Italia. Lo studio completo.

I lavoratori nello spettacolo dal vivo in Italia sono giovani (il 71% ha meno di 45 anni), poco pagati (la media di retribuzione annuale è di poco più di 5000 euro), precari (l’80% ha contratti temporanei) e poco tutelati: solo il 17% è iscritto a associazioni sindacali. E’ il quadro preoccupante che emerge da ‘Vita da artisti’, la ricerca sui lavoratori dello spettacolo dal vivo realizzata da Fondazione Di Vittorio con il contributo e supporto di Slc-Cgil, presentata a Roma. “Manca la percezione che il lavoro culturale sia lavoro a tutti gli effetti – commenta il segretario generale della Cgil Susanna Camusso -. Se nei vari territori le grandi risorse che sono state dedicate ai centri commerciali, fossero state impiegate per i circuiti culturali, avremmo un clima differente”. Stando ai dati Inps del 2015, sono circa 137 mila le persone che lavorano nel settore. Per il 55% sono uomini e per il 45% donne, che vengono retribuite meno in ogni settore.

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