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Il Consorzio Piemonte Jazz continua il suo percorso di promozione delle iniziative dedicate al jazz piemontese presentando il Piemonte Jazz Festival 2017. Appuntamento lunedì 26 giugno al Circolo dei Lettori di Torino.

Il Piemonte Jazz Festival è una innovativa formula di festival jazz regionale e si caratterizza per essere il primo esperimento di direzione artistica collettiva e coordinata, capace di mettere a frutto le esperienze maturate in Piemonte e di collegare le attività del territorio in una federazione di iniziative a beneficio degli appassionati di jazz. Il Festival mette in rete i molteplici eventi esistenti sul territorio, con la creazione di un sistema del jazz piemontese che si riconosce in un brand d’eccellenza in grado di promuovere e valorizzare -insieme ai talenti musicali- le attività produttive, le bellezze paesaggistiche, il patrimonio eno-gastronomico e museale regionale.

Il PJF è stato inaugurato dal Foundation Day di sabato 8 aprile, con il concerto del Don Menza Quartet al Jazz Club Torino e proseguirà lungo tutto l’arco dell’anno sul territorio della regione, comprese alcune puntate oltre confine, coinvolgendo le iniziative dei soci e proponendo nuovi appuntamenti di livello internazionale. A identificare le iniziative del PJF il nuovo logo disegnato appositamente dal Maestro Ugo Nespolo.

Gli appuntamenti diffusi del cartellone del PJF saranno anche occasione per un confronto sul tema del welfare dei musicisti. Una ricerca realizzata da SLC CGIL e Fondazione di Vittorio ha infatti evidenziato che solo il 4% dei 130mila lavoratori dello spettacolo ha un contratto a tempo determinato e un lavoratore su due vive con meno di 5.000 euro all’anno.
Il cartellone del Piemonte Jazz Festival e le iniziative a sostegno del welfare dei lavoratori del mondo dello spettacolo saranno illustrate nel corso di una conferenza stampa in programma

lunedì 26 giugno 2017 alle ore 18
al Circolo dei Lettori di Torino
via Gianbattista Bogino, 9

Auditorium Carlo Levi – Viale Radich 4 – Grugliasco ( To ), Grugliasco – Italia

Un programma ricco e vario quello che offrirà il Café Neruda per un giugno a tutto Jazz.

Dallo swing, al blues, ai classici italiani rivisitati in chiave jazz, cliccando qui trovate il programma completo del mese.

L’ingresso gratuito è riservato ai soci ARCI.

Il Cafè Nerdua fa parte del Consorzio Piemonte Jazz.

Per Informazioni e prenotazioni visitate la pagina Facebook del club: Cafe Neruda Facebook

o telefonate ai numeri 011. 253000 / 3483793726

 

Dal 26 giugno al 1° luglio 2017 ad Isola del Cantone, grandi concerti e seminari per l’ Isola Jazz Festival 2017

Nato nel 2005 a Isola del Cantone (GE) da un’idea di Massimo Faraò, pianista jazz di fama internazionale, il festival Isola Jazz ha ospitato fin dalle sue prime edizioni numerosi esponenti della musica jazz internazionale, tra i quali il grande batterista Bobby Durham a cui dal 2009 il festival è dedicato. Nel 2010, per la prima volta, il Bobby Durham’s Jazz Festival organizza il seminario internazionale Bobby Durham’s Jazz Camp tenuto da docenti americani di grandissima fama. Un appuntamento che si rinnova ogni estate con nove grandi musicisti che insegnano ai ragazzi i valori della musica jazz.

Qui il programma completo.

Prevendite al Jazz club Torino in collaborazione con Piemonte Jazz.

Torna in Italia Chick Coreaindubbiamente uno dei più grandi pianisti della scena mondiale, sarà, giovedì 13 luglio 2017, al Gru Village di Grugliasco per la dodicesima edizione del GruVillage Festival, tra le manifestazioni musicali di punta del panorama estivo del nord ovest.

Uno show coerente dallo stile inconfondibile, proporrà brani acustici e altri in versione electric. Evento imperdibile firmato Radar Live, per la rassegna musicale estiva Colonia Sonora che ha il piacere di invitare l’Associazione Amici del Jazz, proponendo un biglietto a prezzo agevolato al costo di € 30 + prev.

Pianista, tastierista, compositore e leader, è uno dei giganti mondiale del jazz, un vero e proprio mito del pianoforte e delle tastiere, con oltre cinquanta nomination ai Grammy Award, di cui ventidue vinti in carriera, e una sterminata produzione discografica.
Per questo tour in Italia, condividerà il palco con Béla Fleckil mostro sacro del banjo, vincitori insieme di un Latin Grammy Award per il miglior Album Strumentale nel 2006, intitolato The Enchantment

Uno spettacolo fondato su un serratissimo, smagliante, a tratti esaltante, e compiuto dialogo ricco di continui scambi e intrecci, che nulla fa mancare all’ascoltatore, all’interno del quale sono in bella evidenza i differenti stili dei due: i virtuosismi puntuali, ritmici ed elettrici di Chick e l’imprevedibile, acrobatico funambolismo di Fleck.

 

Grugliasco (TO), GruVillage – via Crea, 10

PREVENDITE AL JAZZ CLUB TORINO IN COLLABORAZIONE CON PIEMONTE JAZZ.

Torna in Italia Parov Stelar con il The Burning Spider Tour! per una data esclusiva, venerdì 14 luglio al GruVillage di Grugliasco (TO) nell’ambito della rassegna Colonia Sonora.

Evento imperdibile firmato Radar Live, per la rassegna musicale estiva Colonia Sonora che ha il piacere di invitare l’Associazione Amici del Jazz, proponendo un biglietto a prezzo agevolato al costo di € 28 + prev.

Celebrato con un esordio sold out alla Stadthalle di Vienna e 125.000 fan in visibilio, The Burning Spider Tour porterà la Parov Stelar Band in Australia e Nuova Zelanda e sui palchi dei maggiori festival europei per presentare i brani tratti dal nuovo album The Burning Spider, la cui uscita è prevista nei prossimi mesi.

Parov Stelar, re dell’elettro swing, ma non solo, è ad oggi l’artista austriaco di maggior successo in ambito internazionale.

Il concerto è inserito nella rassegna musicale del GruVillage nell’Arena Le Gru di Grugliasco, in provincia di Torino, che da anni convoglia su un unico cartellone nomi della scena italiana e internazionale offrendo una collezione di concerti di grande spessore

Grugliasco (TO), GruVillage – via Crea, 10

Parlare di Ambiente e Salute durante un concerto Jazz, questo l’obiettivo della serata a cui sono stati invitati molto operatori del settore.Alcuni brevi video di supporto ai brevi spot del medico ambientalista Giorgio Diaferia, batterista del quartetto che prevede Danilo Pala alto sax,Guido Canavese pianoforte,Isabella Rizzo contrabbasso

doctor jazz quartet - info

Alcune considerazioni sulla prossima Manifestazione “Narrazioni in Jazz” approvate dal Consiglio Direttivo di PiemonteJazzPiemonteJazz_Slider002

Consolidare l’ambiente culturale del jazz a Torino, dargli forma, spessore e credibilità, è stato un lavoro di fondo che ha richiesto decenni di impegno sul territorio. Associazioni, orchestre, spettacoli dal vivo, giovani talenti, un pubblico competente, dibattiti, pubblicazioni, jazz club, festival, didattica: Torino metropolitana ha oggi questo background che la rende ancor più una città internazionale. E’ stato un investimento a lungo termine, condiviso e oggi divenuto prezioso. Per questo motivo crediamo che Narrazioni jazz non possa che essere un progetto particolare, parte di un più ampio disegno per il jazz a Torino metropoli. Affinché non sia percepito come una retrocessione o un momento di recessione occorre una condivisone con le forze attive sul territorio, un marchio di qualità che sia espressione delle migliori iniziative e che ne valorizzi il sistema. Occorre salvaguardare, l’esistente, rispettare la storia e le competenze maturate sul campo, nonché saper valutare e promuovere iniziative, dando impulso al prezioso ambiente culturale del jazz torinese con un marchio del jazz territoriale. Un brand che sia anche espressione della condivisione tra associazioni nei rapporti con le istituzioni.

Quello che è emerso dalla riunione di martedì 10 è invece di nuovo una visione del jazz imposta dall’alto. Dall’esposizione del progetto è emerso che gli accordi erano già precedentemente siglati, presi in camera caritatis da comune e alcuni soggetti individuati arbitrariamente. Nessuna disponibilità alla trasparenza sugli elementi portanti della manifestazione e sui relativi budget. Si è avuta la netta sensazione che le decisioni fossero state prese in anticipo e, soprattutto, che fossero indiscutibili, inderogabili. Sono state messe a bando solo le briciole, per sparigliare il mondo associativo.

Mancata trasparenza sulle nomine dirigenziali, nessuna valutazione delle alternative, nessuna commissione scientifica seria che le valuti e che valuti i progetti. Titolo e modalità della manifestazione sono stati assunti d’autorità ed evidenziano la scarsa considerazione dell’amministrazione per il jazz, visto addirittura come elemento complementare, quasi d’arredo, non centrale nella vita culturale della città. Non è emersa, in altri termini,  la benché minima attenzione per la vita culturale jazzistica che si svolge durante tutto il resto dell’anno. Nessuna considerazione per chi mantiene viva quest’arte e ne sostiene, con sacrificio continuo, l’attività di base.

La musica ha la forza di essere un’arte autonoma, anche il jazz. Sostenere che debba essere affiancato da un’altra forma d’arte (narrazione) per essere presentabile è, a nostro modo di vedere,  un errore. Il jazz si affianca spesso a letteratura, enogastronomia, arte figurativa, coreutica, sport ecc. per natura,  perché è una forma musicale flessibile. Sono collaborazioni di valore, se si tiene presente però che il jazz è prima di tutto una forma d’arte autonoma, e che Torino è sede per storia e tradizione di autentico jazz.

Nel nuovo format manca una proposta strutturata per il jazz metropolitano. La proposta dovrebbe tenere conto che le varie componenti di un ambiente culturale dovrebbero essere integrate e strutturate su più livelli. Dalla formazione, alla comunicazione, all’attività artistica quotidiana, fino alle vette di un grande festival. Ogni metropoli internazionale ha il suo ambiente jazzistico, i suoi club, i suoi musicisti e il suo pubblico. E molte città hanno il loro festival jazz.

Torino è una città di jazz, lo dimostrano le associazioni, le iniziative sul territorio. E’ questo il tessuto dinamico che può dare vita e continuità a questa cultura. La pubblica amministrazione dovrebbe essere pronta ad ascoltare questo fermento e a darvi sostegno, non dovrebbe, invece, intervenire d’autorità come ha fatto nei tempi recenti.

Ecco alcuni punti di riflessione:

 

  1. Il Jazz è una forma d’arte autonoma.
  2. Il jazz è disponibile a collaborare con altre forme di musica e d’arte e di cultura in senso lato, nonché economie sinergiche, in modo complementare.
  3. Il Torino Jazz Festival era un marchio consolidato con 4 anni di avviamento
  4. Sul termine e sui contenuti del jazz la comunità culturale torinese e le sue associazioni hanno investito decine di anni in lavoro preparatorio e di background.
  5. Se il TJF è stato male gestito dall’amministrazione uscente, non ne è responsabile il jazz come comunità artistico-culturale.
  6. Il TJF avrebbe dovuto rappresentare la punta dell’iceberg di un ambiente e di un movimento culturale che ne è alla base, essendo volontariamente sostenuto e condiviso.
  7. Quasi ogni grande città internazionale ha il suo festival jazz, il suo principale jazz club, le sue istituzioni didattiche e culturali del jazz. Ci vuole un progetto più ampio e di sistema per il jazz a Torino.
  8. L’amministrazione attuale ha deciso di elidere il nome Torino dai titoli dei progetti legati al jazz: “Narrazioni Jazz”, “Jazz per la Città”.
  9. L’amministrazione attuale ha deciso che il jazz non attira pubblico (nonostante i numeri dichiarati dall’ex assessore) e che può solo presentarsi come collaterale a una manifestazione dedicata a un’arte più rilevante, il Salone del Libro.
  10. La nuova visione del jazz a Torino è nuovamente imposta dall’alto: a nulla serve dimostrare che esiste una rete di associazioni e iniziative ampiamente condivisa. La città ha imposto progetto e modalità di attuazione.
  11. Dalla condivisione di base nascono identità che non possono essere ignorate dall’ente pubblico. Esse esprimono idee, competenze, storia, patrimonio che sono la migliore somma di ciò che offre il territorio, organizzato in modo sistemico dal basso e quindi spontanea rappresentazione della volontà della comunità. Gruppi di associazioni, consorzi, comitati.
  12. A parte la perdita del valore del marchio per il jazz e per la città, perché “Narrazioni Jazz” è fuori da un bando?
  13. Perché il suo direttore artistico è stato nominato senza concorso o valutazione di alternative? Da chi e con quali competenze è stato nominato?
  14. Perché non è stata costituita prima una commissione di esperti che coadiuvasse l’amministrazione pubblica nella nomina del direttore artistico, costituita sulla base di personalità di chiara fama nel mondo del jazz torinese e profondamente conoscitori del territorio e del suo ambiente jazzistico. La commissione sarebbe già stata pronta e autorevole nella rete di associazioni che condividono lo scopo. Il Consorzio Piemonte Jazz ne è il primo esempio.
  15. Questa nomina di Stefano Zenni direttore artistico non fa che replicare e confermare la discutibilità delle modalità di nomina precedenti.
  16. Un cambiamento nell’impostazione della nomina del Direttore sarebbe stato auspicabile, visto che lo stesso progetto che ha prodotto la nascita del TJF era nato sul territorio dal suo tessuto culturale e associativo, coeso e condiviso. Zenni è stato nominato nel 2013 perché residente e attivo in Toscana, non a Torino, per non dover tenere conto delle importanti competenze che esprimeva direttamente il territorio
  17. In sostanza c’è un cambiamento di nome, da Torino Jazz Festival a Narrazioni Jazz, manifestazione non messa a bando e attribuita arbitrariamente secondo scelte dirigenziali e non trasparenti, con un budget importante, del 90% delle intere risorse, stanziate per il jazz dalla città per l’anno 2017; collateralmente viene annunciata una manifestazione più piccola con una call per le associazioni, che mette a disposizione una parte irrisoria del budget jazz per Torino 2017, con limitazioni di numero di progetti vincenti e di importo “Jazz per la Città”. A latere, con un meccanismo ancora meno trasparente, viene annunciata una notte bianca e un Fringe festival collaterale affidato direttamente e senza bando per una cifra anch’essa rilevante, a una fantomatica società MAP.  Considerata la retrocessione del jazz a evento collaterale di un altro evento e di un’altra forma d’arte, il Salone del Libro, la mancata trasparenza nelle nomine e nelle attribuzioni dei ruoli e dei budget principali, suona veramente strano ricevere una call aperta al tessuto associativo per le briciole.
  18. Ci chiediamo inoltre come sia stata composta la commissione che ha messo a punto il bando, totalmente discutibile, e come sarà composta la commissione giudicante. Zenni, il primo a venire nuovamente nominato senza valutazioni trasparenti, giudicherà le associazioni che per tutto l’anno fanno enormi sacrifici a mantenere viva l’attività jazzistica con il suo ambiente culturale. A lui viene affidato il budget principale che gestirà senza dover rendere conto a nessuno, percependo un probabile ma non dichiarato compenso. Ad affiancarlo una Fondazione per la Cultura che in campagna elettorale la Sindaca aveva promesso di chiudere. In sostanza il nuovo format annunciato dall’Assessore è totalmente nelle mani dell’apparato amministrativo, comunale e della Fondazione, anziché frutto delle competenze, delle idee e dell’impegno condiviso dalla rete di associazioni.
  19. In tutto questo il vero perdente è il Jazz, non più considerato come forma d’arte autonoma, amministrato da nominati di vecchia guardia che resistono al cambiamento da tutti auspicato, in un sistema di amministrativo dirigenziale che nuovamente si impone senza ascoltare le istanze culturali. In questo contesto la call alle associazioni suona veramente come specchietto per le allodole.
  20. Vediamo il bando ora:
  21. La prima osservazione è che i punteggi non si possono ottenere con l’esperienza e la competenza, con la storia e la qualità delle attività svolte sul territorio. E’ ovvio che negli scorsi 4 anni in cui il TJF gestito nel modo che conosciamo ha generato una miriade di nuove associazioni che si aspettano di poter partecipare alla spartizione della torta. In realtà chi ha contribuito nei decenni all’affermazione del jazz dandogli credibilità e un seguito sono state poche realtà storiche. Se nel bando non viene inserito come criterio di valutazione quello storico, della qualità e quantità della produzione negli anni vien meno uno dei presupposti per la serierà e l’affidabilità dello stesso.
  22. Attribuire 7000 € privilegiando l’aggregazione per ottenere miglior punteggio senza valorizzare con un possibile maggior sostegno le iniziative aggregate significa creare valori ancora più piccoli e spezzettati. Ci dovrebbe essere un premio al saper fare rete, non una penalizzazione.
  23. Altro criterio discutibile, privilegiare location inusuali: di norma attrezzare biblioteche o uffici postali è complicato e va a gravare sul budget (allestimenti, noleggi, backline). Per cui l’attribuzione di 7000 a pioggia senza differenza di parametri e di grandezza è penalizzante.
  24. Imporre il tema Jazz e Letteratura anche sull’off è avvilente per la musica jazz in generale.
  25. Non è prevista nessuna altra azione a favore e sostegno di chi fa musica jazz tutto l’anno mantenendo viva l’attenzione, producendo concerti per la cittadinanza, creando e sostenendo con mezzi e risorse proprie un vero e proprio ambiente culturale.Consorzio PiemonteJazz Via Principe Tommaso, 18/bis – 10125 Torino

    info@piemontejazz.it  localhost/piemontejazzwp

Dal 21 al 26 Marzo si terrà presso Palazzo Ferrero a Biella il Biella Jazz Festival, organizzato in occasione di mezzo secolo di storia ed attività del club

 

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